Cosa sono gli attacchi di panico? Come si manifestano nei bambini? Quale ruolo hanno i genitori? Cosa fare?
L’attacco di panico viene definito come un periodo di intensa paura, disagio o sofferenza accompagnati da sintomi fisiologici e cognitivi. Ha un inizio improvviso e una durata limitata nel tempo, raggiungendo il picco massimo dopo 10 minuti dalla comparsa dei primi sintomi.
Anche i bambini possono manifestare attacchi di panico e stati ansiosi in generale e pertanto neanche loro sono immuni da questo problema.
Per quanto riguarda l’incidenza degli attacchi di panico in età infantile così come dei disturbi ad origine ansiosa, essi sarebbero presenti nel 10% dei bambini.
Sintomi nei bambini
Tra i sintomi si riscontrano: palpitazioni, tremori, sensazione di soffocamento, vampate di calore o brividi di freddo. Il bambino può sembrare terrorizzato, sudato e non predisposto al ragionamento. Di solito i bambini descrivono l’attacco di panico in termini fisiologici e non cognitivi facendo poco riferimento ai pensieri associati all’attacco di panico in quanto possiedono capacità di elaborazione cognitiva più basse e meno sviluppate. Oltremodo può capitare che i sintomi con cui queste forme ansiose si presentano, ad esempio difficoltà di addormentamento, preoccupazioni e paure infondate, comportamenti oppositivi o di rifiuto, vengano considerati come problematiche comportamentali del bambino e non come effettivi sintomi ansiosi.
Ansia dei genitori come condizione determinante
L’ansia dei genitori rappresenta un fattore di rischio per l’esordio di crisi d’ansia: un genitore ansioso ha alte probabilità di trasferire al figlio le proprie paure condizionandolo; ad esempio un bambino i cui genitori hanno paura dei cani avrà alte probabilità di sviluppare la stessa paura. Ciò dimostra che, nelle predisposizioni al panico, le condizioni ambientali sono determinanti.
Attacchi di panico e ansia di separazione
L’attacco di panico nel bambino spesso può essere connesso all’angoscia di separazione dai genitori, legata ad eventi come l’entrata a scuola, il ritorno a casa senza il genitore, le prime relazioni con i compagni e lo stress relativo agli impegni scolastici ed extrascolastici. Pertanto gli attacchi di panico possono rappresentare una richiesta di aiuto così come l’espressione di un bisogno di rassicurazione, di conforto e di vicinanza all’adulto.
Attenzione ai segnali!
E’ importante che i genitori facciano attenzione ai segnali che i bambini lanciano per ricevere un aiuto:
- terrore del buio che porta il bambino a non voler dormire da solo
- paura di essere abbandonato che porta il bambino a ricercare la costante vicinanza dell’adulto non permettendogli di sviluppare le azioni in completa autonomia
- ansia del confronto con gli altri che porta il bambino a non relazionarsi con persone che non siano i genitori
Cosa fare!
Sarebbe opportuno che i genitori evitassero di far vedere ai propri figli cartoni animati o film ad alto contenuto violento e che abbiano come protagonisti i coetanei del figlio. Ciò potrebbe scatenare episodi di ansia profonda.
Il pianto può rappresentare un segnale importante: nei momenti di crisi d’ansia, il bambino potrebbe piangere senza placarsi, potrebbe nascondersi, non parlare, rifiutarsi di muoversi dal posto in cui si trova e nel quale trova protezione. In questi momenti sarebbe opportuno stringere a sè il bambino, fargli sentire la presenza del genitore oppure rinforzare il suo controllo con qualcosa di gradevole come un dolce o un giocattolo. E’ comunque importante spingerlo a parlare e a condividere la propria paura.
Carmen Valmaru
25 agosto 2013
Buongiorno, il mio bambino da 10 anni si e svegliato alcuni giorni fa alle due di notte dicendo di avere un incubo, tremava tutto e sudava. Non ho dato importanza, pensando sia un brutto sogno. Ieri sera invece quando e andato a letto per dormire accusava un insufficienza respiratoria e ha chiesto di dormire con noi al letto. Pensando a un trucco per dormire nel lettone, lo mandato subito in cameretta ma dopo alcuni minuti lo sentito piangere in silenzio, sono andata nella sua cameretta trovandolo impaurito per la sua impossibilità di respirare cercando di prendere aria più che possibile. In realtà la sua respirazione era normale il solo pensiero non lo faceva respirare, era una sua impressione. indipendentemente di questi due episodi che potrebbero essere anche ripetute senza accorgermene, non escludo la mia incoscienza al riguardo (so di alcuni episodi in quale mio figlio si e svegliato per girare di notte in casa). L’anno scorso abbiamo preso la decisione sofferta da parte di mio figlio (e anche mia) di cambiare paese, perciò casa, scuola, amici, abitudini e perfino la sorella maggiore a quale era molto legato sono stati come cancellati della sua vita. Caratterialmente e cambiato anche, e diventato nervoso si lamenta sempre che si annoia, preferendo il computer e i film lasciando da parte tutti i suoi hobby, i libri, astronomia, il disegno ma sopratutto il piano. Gli abbiamo comprato un cane a quale a dato il sopranome del suo miglior amico “peluche”, ma non e cambiato nulla, il cane li e indifferente anche se l’idea di non averlo più lo fa soffrire. Con il papà la sua relazione e sempre in tensione, discussioni contraddittori, repliche negative e piccoli liti sono al ordine del giorno, a volte li guardo e non mi sembrano padre e figlio. Io credo che mio figlio ha sofferto e tuttora soffre da una depressione da trasloco, mio marito crede che e tutta la colpa del computer. Tengo a precisare che sul computer guarda episodi di cartoni animati innocenti, gioca a scarabeo, niente giochi violenti oppure che parlino di questo lui essendo comunque un pacifista, odia la violenza, il box e perfino le pistole e nemmeno una figurina “eroe” non possiede. In attesa di una sua risposta la ringrazio.
Dott Federico Baranzini
31 agosto 2016
Gentile Sig.ra Valmaru
la ringrazio per aver contattato il mio sito.
Circa la sua richiesta di consulenza varrebbe la pena di rivolgersi ad un neuropsichiatra infantile (psichiatri specializzati in infanzia e adolescenza che lavorano sia nel pubblico che nel privato) per una valutazione rispetto all’ansia e al tono dell’umore deflesso e al disagio psicologico che sta vivendo il bambino. Anche per offrire a suo filgio uno spazio di ascolto e validazione dei suoi stati emotivi. Spesso nei bambini, mostrando che si prende in considerazione e si comprende il il loro disagio, i sintomi a poco a poco regrediscono.
Sconsiglierei di aspettare perché l’inizio del disagio risale già ad un anno fa, se ho ben capito.
A disposizione per ogni necessità ulteriore.
Cordiali saluti
Ivana
30 agosto 2016
Buonasera DOttore
Sono mamma di tre bambini rispettivamente 10, 8 e 3 anni…. il mio primo genito 10 anni dal mese di giugno avverte vampate di calore all improvviso palpitazioni e paura…. passando dopo un po appena acquisita la tranquillità l ambiente i cui viviamo è molto sano e pieno di principi …..tutto ciò si e ‘ manifestato anche con vomito e poi diarrea il giorno della sua prima comunione ….dopo ho provveduto a fare delke analisi risultavano i globili bianchi alterati 13ooo il pediatra mi ha dato una cura il bambjno aveva un po il fegato intossicato…..oggi trovandoci a casa al mare ha provato sensi di calore e agitazione è andato in bagno ma senza scariche……dopo siamo stati in compagnia dovw lyi ha giocato a più non posso come se nulla fosse successo……premesso che io ho sofferto di stati d ansia e ne soffro ancora ma nn eccessivamente…..le chiedo devo preoccuparmi? Io cerco di dare sicurezzs al mio bambino ….palando sempre cercando di ridale la serenità che fortunatamente ritrova…..cosa mi consiglia?
Dott Federico Baranzini
31 agosto 2016
Gentile sigra Ivana
la ringrazio per avermi contattato.
Non è possibile orientarla sulla natura del disturbo che sembrerebbe manifestare suo figlio, per questo sarebbe necessaria una consultazione.
In ogni modo, in linea teorica, dapprima andrebbe fatta una visita pediatrica per accertarsi che non vi siano problemi di salute che possono causare questi sintomi come ad es aritmie, asma (e non mi è chiaro se è stata fatta). Una volta escluse queste cause le consiglierei necessariamente un colloquio con una neuropsichiatra, perché spesso i bimbi che hanno mamme con attacchi di ansia o di panico manifestano anche loro in modo simile i loro momenti di disagio.
Cordiali saluti
Federico Baranzini
Iole
14 gennaio 2018
Mio figlio soffre di attacchi di panico da poco, ha comportamenti molto ansiosi. Al cinema, nelle gallerie e non vuole dormire da solo e non vuole stare in luoghi chiusi e quando va ad allenarsi a calcio vuole che io resti vicina a lui perché ha paura che io lo abbandono. Non so più come comportarmi! Ha solo 7 anni è normale tutto ciò? Come posso aiutarlo? In quei momenti piange suda e dice che gli batte il cuore di si sente morire. Grazie
Dott Federico Baranzini
23 gennaio 2018
Gent.le Sig.ra,
il disturbo da attacchi di panico è un disturbo altamente invalidante, a qualsiasi età. L’ansia cronica e gli attacchi di panico, inoltre, sono uno stimolo particolarmente “tossico” per una mente in evoluzione, perché ostacolano il suo funzionamento e la sua maturazione fisiologica.
Lo stato di ansia cronico che è correlato alle crisi di panico e tutte le strategie di evitamento che i soggetti mettono in atto per paura di avere un nuovo attacco (ad esempio nei bambini evitare di andare a giocare fuori casa con i propri amichetti, lasciare gli sport o altre attività extrascolastiche, far fatica ad andare a scuola) peggiorano progressivamente la qualità di vita e impediscono ad un bambino di fare le esperienza fondamentali per la propria crescita.
E’ assolutamente necessario che lei e suo marito vi rivolgiate ad uno specialista per affrontare le problematiche di vostro figlio.
Chieda al suo pediatra di base di potere effettuare una valutazione nell’Unità di Neuropsichiatria dell’Infanzia e Adolescenza della vostra zona, o in alternativa presso uno specialista di fiducia. Se desidera, mi può contattare sulla mia mail per avere ulteriori informazioni.
Cordiali saluti
Federico Baranzini